Aix en Provence: l’atelier di Cézanne 

L’atelier di un artista è come lo spazio bianco tra una parola e l’altra; è il luogo in cui il pensiero diventa forma, in cui un’idea prende vita grazie al pennello. 
Senza lo sguardo attento e stupito di chi osserva sembrerebbe solo una stanza vuota, colma del ricordo di chi l’ha abitata. In realtà l’atelier rivive e sembra avere una storia da raccontarci. 

 I chiodi di Cézanne 

In un viaggio in Provenza, una toccata e fuga ad Aix en Provence non può mancare. Diventata ormai celebre per la figura di Cézanne, la città offre un itinerario nel quale, seguendo i chiodi di Cézanne, si intraprende un viaggio alla scoperta dei luoghi che hanno segnato la vita dell’artista.

Aix-en-Provence, chiodo di Cézanne

Ai margini della Città Vecchia, salendo a piedi, si apre tra la natura l’atelier dell’artista dopo aver affrontato una camminata che prepara l’animo ad immergersi nel piccolo mondo di Cézanne. Qui sono nate le sue opere più famose: dalle Grandi bagnanti alla serie del Monte S. Victoire.

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 Un piccolo scrigno di luce

Non aspettatevi una stanza enorme ma un incanto, piccolo e intimo, come gli ultimi anni della vita del pittore, ormai isolato in quello studio. 

Dal 1902 fino alla sua morte (1906) Cézanne lavora tutte le mattine nel suo atelier, immerso nella natura sulla collina di Lauves. È una stanza con enormi vetrate realizzate seguendo un progetto dello stesso artista, inondata di luce e silenzio 
Tutti gli oggetti, che sono diventati famigliari attraverso i quadri, vivono davanti agli occhi del visitatore grazie all’allestimento. In fila sono esposte le ciotole, brocche, bottiglie delle nature morte; lettere; oggetti di uso quotidiano nelle cassettiere.
Tutto sembra immobile e immutato dalla morte del pittore. 

 

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Cézanne scrive all’amico pittore Émile Bernard parlando del suo atelier 

«Nessuno vi entra tranne me; ma poiché siete un amico, ci andremo insieme». 

Émile descrive lo descrive così 

«Aprì un portone di legno. Entrammo in un giardino il cui pendio andava a morire in un ruscello; pullulava di ulivi, in fondo c’erano alcuni abeti. Sotto una grossa pietra, prese una chiave e aprì la casa nuova e silenziosa che il sole sembrava voler cuocere… Al primo piano, la sala da lavoro era un grande locale di color grigio, illuminato da nord, da una fonte naturale all’altezza dell’appoggio… Era all’opera su una tela che rappresentava tre teschi su un tappeto orientale. Su un cavalletto meccanico che aveva appena fatto installare, vi era ancora una grande tela di donne nude che facevano il bagno… Sulla parete dello studio, oltre alle tele di paesaggi che asciugavano senza cornice».

 

Due parole su Cézanne 

Vicino al suo Atelier Cézanne si spegne nel 1906. Mentre dipinge sotto la pioggia si ammala di polmonite. Muore qualche giorno dopo. Nel 1907 al Salon d’Automne vengono esposte le sue opere per ricordarlo. 

Dopo l’innovazione romantica e la rivoluzione impressionista, Cézanne vuole creare qualcosa di nuovo mettendo in discussione i fondamenti della pittura stessa; vuole «solidificare l’impressione» ricercando l’essenza della realtà.
Si sente un muratore scavando con le pennellate la materia della realtà. Se vi avvicinate ai quadri di Cézanne, in silenzio, sembra quasi che il colore faccia vivere la forma con un’intensità nuova.

Paul Cézanne, Mont Sainte-Victoire

In qualche modo nel suo Atelier, nel silenzio di una stanza, si riesce a percepire tutto questo. 
Un luogo che è un piccolo sorso di vita, come immergersi nell’intimo spazio di un artista senza tempo, i cui quadri, ancora oggi, ci parlano con estrema forza.